Ada Zanon

Ada Zanon

Per  Ada Zanon riportiamo una testimonianza dell’amico Leonardo Cremonini:
Carissima Ada,
da tanto tempo la pittura è stata l’elemento determinante della nostra amicizia, delle nostre complicità. Mezzo secolo ormai. Ci sono lacune nella nostra reciproca conoscenza, lasciate dalla distanza delle nostre residenze; ma percorrendo a ritroso i ricordi della tua pittura rivedo con frequenza gli oggetti amati nella tua infanzia, quando l’infanzia disegnava e “disognava”
Quando la bambola e il trenino, insieme ai disegni infantili e disinvolti, sono già le strategie con cui si dà forma alla vertigine inconscia del mondo che comincia. I tuoi giardini deserti sono quelli che nell’infanzia erano abitati dall’immaginario imprevedibile. Giardini e non foreste, dove l’età dell’albero è anche quella dell’uomo. Forse col tempo questi giardini si sono anche svuotati dei loro sogni per divenire, involontariamente, la scena di un’assenza, dove i ricordi, indebolendosi, non potevano più esserne gli attori. Nell’ultimo giardino, il più bello, la scena sparisce pure, per lasciare sul palcoscenico le rughe di un labirinto dove la memoria è già smarrita.
E’ una sorpresa come volti la pagina con gli autoritratti, ma solo per rinnovare la tua tensione.
Il labirinto di un volto, il nostro allo specchio, è anche lui un giardino dove l’infanzia non c’è più, ma dove vive un desiderio di essere e di capire che è tutt’ora il profumo di un infanzia recidiva. E così in questi volti, che molto spesso sono il tuo, con sensibilità e accuratezza percorri i solchi della pelle, lo spiraglio di una bocca che quasi respira, quegli occhi che ti guardano; ma spesso a frammenti ritrovati, per poterti anche un pò smarrire in uno spazio che è “disertato” da un’ infanzia ormai lontana. Ti metti di fronte a te stessa, alla tua utopia, e, col silenzio inesorabile del tuo sguardo, il miracolo complesso del tuo volto ti appare con la sorpresa di un monumento, come se fosse quello di tua nonna. Ancora un giardino deserto, una bambola che non gioca, una pittura che giustamente si anima soprattutto del nostro desiderio giocando ancora insieme,

Leonardo